Giacche arancioni e manici di scopa alla fermata della metropolitana

14 Ott , 2024 - Recensioni

Giacche arancioni e manici di scopa alla fermata della metropolitana

La stazione di piazza Conca d’Oro nel quartiere Monte Sacro (zona nord-est di Roma) si è trasformata in un teatro en plein air per la seconda edizione del Festival Accordi organizzato dall’associazione culturale La Clessidra, che dal 20 settembre al 19 ottobre offre una serie di eventi gratuiti: dai concerti ai laboratori, dalle performance teatrali agli eventi di sensibilizzazione sociale.

Domenica 13 ottobre è andato in scena “Giacche arancioni e manici di scopa”, un simpatico monologo-sfogo di Riccardo Massaro con Marco Zordan. Il primo, spinto dall’attore Gianluca Delle Fontane, si è lanciato nella scrittura della pièce, in cui descrive il suo mestiere di operatore ecologico con vent’anni di servizio, inserendo aneddoti e trattando le problematiche anche nel rapporto con i cittadini; il secondo ne ha curato l’adattamento teatrale, esaltandolo senza snaturarlo, e lo ha interpretato, prima in teatro ed ora in questo esperimento a cielo aperto.

Quale migliore ambientazione di una fermata della metropolitana della frequentata linea B di Roma per rappresentare uno spettacolo con un tema come questo?

Attraverso le godibili battute scritte da Massaro, arricchite dalla recitazione nell’incisivo romanesco di Zordan, lo spettacolo scorre piacevolmente per circa un’ora, aprendo gli occhi degli spettatori – tra cui lo stesso autore ed alcuni giovani passanti incuriositi – su un sistema da migliorare, certamente con il contributo dell’azienda municipale AMA, che ha in carico la gestione della nettezza urbana della capitale, ma anche con l’apporto degli stessi cittadini romani.

Marco Zordan in scena – Credits: profili social dell’artista

Bello l’autunno! Tutti ad ammirare il pittoresco foliage…e noi a toje le foje pe evità che Roma s’allaghi…” Zordan, scopettone in mano, porta in scena lo sfogo e la frustrazione della categoria che rappresenta, spesso poco riconosciuta e afflitta dai luoghi comuni sulla nullafacenza dei netturbini, accusati di prendersi troppe pause al bar, ma non osservati durante il loro lavoro anche sotto il solleone o le intemperie, per non parlare dei giorni di festa, quando il carico di spazzatura aumenta vertiginosamente.

Il monologo, raccontando le disavventure in cui si imbattono gli spazzini, denuncia come essi – ultime ruote del carro di una realtà complessa – non abbiano poi così grande margine per intervenire, se non si riaccende al contempo lo spirito civile. Ciò è estremamente necessario perché, a fronte di quattro milioni di abitanti, gli incaricati del servizio di nettezza urbana sono soltanto un paio di migliaia. Come mai, si chiede il protagonista Riccardo – alter ego dell’autore Massaro – ancora soltanto il 43 per cento delle persone si attengono alla raccolta differenziata, nonostante questa sia entrata in funzione da oltre venti anni? Eppure, per buttare la spazzatura (è più immediato dirlo così, piuttosto che nel burocratese “conferimento dei rifiuti” di difficile comprensione) si tratta di distinguere semplicemente i colori, facilitati dalle analogie: bianco come la carta, marrone come…l’organico – ironizza in scena.

Sul portale Viviroma per il quale da cinque anni scrive di teatro, Massaro ha annotato: “Marco (Zordan) è un grande artista e mi lusinga che abbia voluto interpretare questo testo in cui si farà portavoce del mio mestiere di operatore ecologico… raccontando anche di me e dei miei colleghi; tutto per sorridere con voi e con loro, ma anche per presentare il lato umano, spesso nascosto ma profondo, di chi opera in questo settore del lavoro. Un settore sempre al centro di polemiche, discusso e criticato, sbeffeggiato a volte a ragione, altre senza conoscere i retroscena che, per questo, in parte ho voluto svelare”.

Queste memorie tragicomiche di un netturbino sentimentale – come recita il sottotitolo della pièce – alla ricerca della propria utilità sociale, si svolgono nelle ore che precedono il fatidico colloquio del malcapitato, convocato dalle alte sfere dell’ente per un ingiusto richiamo sul lavoro. Per il suo intento di stimolare una cittadinanza attiva, lo spettacolo ironico, divertente e vero avrebbe meritato una platea più ricca, forte anche della sua vittoria come miglior Testo e Monologo alla settima edizione del Premio Roma Comic Off 2023, il festival del teatro comico della capitale, tenutosi al Teatro de’ Servi durante la Notte dei Cocci d’oro.

Margherita De Donato

Da sinistra, Marco Zordan e Riccardo Massaro scherzano dopo “il conferimento” del premio


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