I teatri di quartiere rischiano l’estinzione e lanciano un appello per beneficiare di agevolazioni e contributi statali come le compagnie ed organismi professionali.
Ad Ostia la cultura teatrale è molto viva e diffusa tramite sale dalla programmazione istituzionale e nazionale (il Teatro del Lido; Teatro Nino Manfredi), il Teatro Fara Nume – proprietà pubblica con gestione privata – e sale di proprietà privata: Piccolo Teatro Acilia, Essenza Teatro, Sala Paolo Poli-Arcadia aps, Ass. Cult. TeatroinStalla, Teatro Pegaso-Sala Massimo Troisi, Teatro Dafne-A.C.Opera).
Alla base di questi ultimi sei teatri vi sono associazioni culturali, che non rientrano in nessuna delle categorie che beneficiano delle misure di sostegno finora adottate dalle istituzioni. Non possono accedere ai contributi stanziati dallo Stato, perché non operano in strutture pubbliche, ma sono in affitto da privati; inoltre, essendo stati tra i primi a chiudere, hanno perso le uniche entrate di cui possono disporre: gli spettacoli e le scuole di recitazione. La gravità della situazione rischia di portare al collasso queste realtà associative, definite amatoriali, ma gestite con passione e dedizione.
Da qui l’idea di chiedere alle istituzioni un riconoscimento del loro valore socio-culturale attraverso un aiuto concreto per coprire le spese fino a fine anno. La proposta è di attingere ai fondi stanziati per gli eventi dell’Estate Romana, che salteranno a causa dell’emergenza Covid-19.