In scena fino domenica 2 febbraio lo spettacolo Guanti Bianchi, diretto da Paolo Triestino, che è anche l’unico protagonista del viaggio che attraversa due millenni di storia dell’arte: da Pitocrito a Mirò, da Michelangelo a Fontana, da Kessel il Vecchio a Edvar Munch.
Lo spettacolo è scritto da Edoardo Erba ed ispirato alla guida di Paola Guagliumi “L’arte spiegata ai truzzi”, un testo semplice ma profondo, didattico ma al contempo scanzonato.
Sul palco del Teatro Vittoria ha debuttato il 23 gennaio riscuotendo il consenso unanime di pubblico e critica, a conferma del plauso generale che ha raccolto fin dalla prima nazionale nel maggio 2022.
Paolo Triestino è Antonio, un uomo semplice, un personaggio forse d’altri tempi, che racconta del suo paese, Colleferro (proprio quello dove è stato commesso l’atroce delitto di Willy), e dello zio Cesare, un trasportatore o meglio un ‘movimentatore’ di opere d’arte. Egli ha la capacità di far comprendere le opere meglio di insegnanti e professori, perché durante la sua vita ha avuto tempo di osservarne non solo l’esterno, ma ciò che è nascosto dietro.
Paolo Triestino/Antonio è convinto che per restare umani abbiamo bisogno di riscoprire cos’è la magia della cultura e la bellezza dell’arte, da trattare con rispetto, quindi con i GUANTI BIANCHI . Come dargli torto?
Margherita De Donato
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Paolo Triestino (Fonte: profili social dell’artista)
SINOSSI: Nato a Colleferro, Antonio si è trasferito a Roma ancora adolescente e ha passato la vita a trasportare opere d’arte. Anche se non ha studiato, attraverso il contatto quotidiano e le attenzioni che necessitano, ha finito per capirle meglio dei professori. Ha capito che l’arte è sempre attuale, parla ad ognuno di noi, al nostro oggi. Raccontando del suo mestiere con un linguaggio rozzo, comico ma intelligente, prende per mano il pubblico e lo fa viaggiare attraverso due millenni di capolavori. Parla soprattutto per i ragazzi del suo paese ed è convinto che, per rimanere umani, abbiamo bisogno prima di tutto di capire cos’è la bellezza. Per trattarla bisogna indossare i “guanti bianchi”, segno di rispetto. Ma le mani possono fare anche del male, associate ad un colore che può diventare anche un cognome: Bianchi, quello dei due fratelli che proprio a Colleferro hanno picchiato fino alla morte il giovane Willy… Una riflessione che si innesta inaspettatamente nella cronaca, aggiungendo alle atmosfere dei capolavori quello di una (brutta) storia dei nostri giorni.
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Scene di Francesco Montanaro – Luci di Giuseppe Magagnini – Musiche di Natalia Paviolo. Aiuto regia Matteo Montaperto – Assistente Giuliano Bruzzese.
PAOLO TRIESTINO INTERVISTATO DA IL TEMPO
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PAOLO TRIESTINO SU FACEBOOK – Questo profilo ha raggiunto il numero massimo concesso. Secondo profilo: Paolo Triestino Due